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Rappresentazione visiva dell'articolo: IL TEMPO PERSO NON TORNA (E IL DENARO NEMMENO): 

COME SMETTERE DI RINVIARE LE SCELTE CHE CONTANO

"Babbo lo posso fare anche domani!"


Uno degli insegnamenti che cerco di trasmettere a mia figlia è l’importanza di non procrastinare.

Sì, a volte è vero che “puoi farlo anche domani”, ma farlo oggi ti libera la mente.

Nel suo caso – per ora – si tratta di cose semplici: i compiti di scuola. Ma crescendo, questo atteggiamento potrà farle davvero la differenza.

Non procrastinare la aiuterà a non ritrovarsi all’ultimo minuto a dover fare le cose di fretta, a non essere prigioniera degli imprevisti e potrà godersi di più i momenti di svago, senza quella vocina insistente che le ricorda cosa deve ancora fare.


E poi, quando non si agisce sotto pressione, si riesce a fare meglio. Con più lucidità, e con più consapevolezza.


E allora mi chiedo: non vale lo stesso anche nel campo della gestione del patrimonio?


Quante volte rimandiamo scelte importanti, convinti che ci sarà sempre tempo?

Spesso lo facciamo proprio perché l’argomento ci sembra complicato, distante, oppure richiede un certo sforzo mentale. Non lo conosciamo a fondo, richiede tempo per documentarsi o per farsi le domande giuste… e allora lo posticipiamo.

Non perché non sia importante, ma perché richiede attenzione, concentrazione, tempo. E allora ci diciamo: “Lo affronterò con calma, più avanti”.

Il problema è che quel “più avanti” diventa troppo spesso mai.

E nel frattempo, il tempo passa. E con lui, le opportunità.


L'immobilismo finanziario: il costo delle opportunità perse


Rimandare decisioni di investimento è una delle forme più costose di procrastinazione finanziaria.

Il concetto chiave qui è il costo opportunità: ciò che perdiamo non agendo, mentre il tempo – e il potenziale rendimento – passa.


Esempio concreto: 100.000 euro lasciati su un conto corrente a rendimento nullo per 10 anni valgono… sempre 100.000 euro. Se invece fossero stati investiti in un portafoglio bilanciato con rendimento medio annuo del 4%, oggi sarebbero circa 148.000 euro.

La procrastinazione, in questo caso, ti è costata 48.000 euro.

Inoltre, chi rimanda spesso si ritrova a investire in momenti sbagliati: sull’onda dell’emotività, oppure quando il mercato è già salito troppo.


Agire con lucidità, invece, significa pianificare con calma, costruendo strategie adatte ai propri obiettivi e alla propria tolleranza al rischio.


E lo stesso vale per la pensione complementare.


Sai già che la pensione pubblica sarà più bassa rispetto all’ultimo reddito percepito.

Sai che dovresti pensarci in tempo, iniziare a costruirti un’integrazione previdenziale.

Eppure rimandi: “la pensione è lontana”, “non ne capisco granché”, “ci penserò più avanti”.

Il tempo però passa, e quando ti avvicini alla fine della carriera lavorativa ti sale l’ansia: “Devo fare qualcosa”.

Ma a quel punto saranno minori i benefici della forza dell’interesse composto, degli anni di deduzioni fiscali, e la tranquillità di aver pianificato con lucidità.

Se non avessi procrastinato, lo sai bene: i risultati sarebbero stati ben diversi.


Pianificazione successoria: evitare costi e conflitti


Ottimizzazione fiscale


Altrettanto importante, se non forse di più, è preparare per tempo una valida pianificazione successoria.

Argomento ostico in un popolo di scaramantici, ma l'importanza di pensarci per tempo, quando ancora sarà lontano il momento, permette di vivere tranquilli e di valutarla bene in ogni suo aspetto.

In Italia, le imposte di successione sono oggi relativamente contenute (4% per coniugi e figli, con franchigia di 1 milione di euro a testa).

Ma cosa accadrebbe se queste condizioni cambiassero? È una possibilità concreta, e chi ha patrimoni importanti dovrebbe iniziare a pensarci.

Esempio pratico: Un patrimonio di 2 milioni di euro diviso tra due figli oggi non genera imposte. Ma se la franchigia venisse ridotta a 100.000 euro e l’aliquota aumentata al 20%, ogni figlio si troverebbe a dover versare circa 180.000 euro.

Tutto questo si può evitare – o almeno ridurre drasticamente – con una pianificazione successoria attenta e anticipata.


Evitare la comunione ereditaria


Un altro rischio, spesso trascurato ma da cercare di evitare il più possibile, è quello legato alla comunione ereditaria, quando cioè più eredi si ritrovano comproprietari di beni indivisi, come gli immobili.


Esempio concreto: Tre fratelli ereditano un appartamento. Uno vuole venderlo, uno affittarlo, l’altro andarci a vivere. Nessuno dei tre ha la maggioranza, nessuno può decidere. Risultato? Immobilizzazione del bene, conflitti, perdita di valore nel tempo.

Una pianificazione fatta per tempo può evitare situazioni come questa, stabilendo criteri chiari di divisione o attribuzione, oppure predisponendo strumenti giuridici più efficaci.


E per chi ha un’azienda?


Nel caso di imprenditori e aziende familiari, rimandare la pianificazione del passaggio generazionale può avere conseguenze ancora più gravi: sia sul piano fiscale che su quello della continuità aziendale.

Una struttura patrimoniale ben costruita (come una holding familiare, un patto di famiglia) può:

  1. facilitare la trasmissione delle quote societarie;
  2. ottimizzare il carico fiscale;
  3. evitare conflitti tra eredi;
  4. garantire continuità nella guida dell’impresa.


➡ Questo tema merita un approfondimento dedicato: ne parlerò in un prossimo articolo, interamente centrato sulla pianificazione successoria in ambito aziendale.


La procrastinazione, nella vita come nella finanza, è un ladro silenzioso: non ti porta via tutto subito, ma giorno dopo giorno ti sottrae opportunità, serenità, valore.

La differenza tra chi ottiene risultati e chi resta fermo non è solo nelle competenze, ma nella capacità di decidere e agire per tempo.


Se senti che stai rimandando decisioni importanti sulla gestione del tuo patrimonio, questo è il momento giusto per agire. Contattami: insieme possiamo costruire una strategia su misura per te, con serenità, visione e metodo.

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